SISTRI non funziona: il video Legambiente

Video Legambiente getta ombre sul funzionamento del SISTRI, il sistema per tracciare i rifiuti speciali voluto dal Ministero dell’Ambiente, che appare ancora inadeguato allo scopo per il quale è preposto.

Per il SISTRI, il sistema per la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi fortemente voluto dal Ministero dell’Ambiente per combattere le eco-mafie, la fase di test sembra non avere fine e ora emergono nuove testimonianze che attestano il malfunzionamento della piattaforma informatica.
I malfunzionamenti sono noti da tempo soprattutto in relazione alla poca affidabilità – finora dimostrata – di software, chiavette e black box (più volte testimoniata dai numerosi test indetti dal Ministero), ma il video (http://www.youtube.com/watch?v=xv_rdcp4qVE) ripreso “live” in data 10 gennaio 2012 dal giornale di Legambiente pone nuovi dubbi e interrogativi.
Eppure, nonostante la data di entrata in vigore sia già stata prorogata più e più volte, le aziende che si occupano del ciclo dei rifiuti già stanno pagando per il SISTRI da oltre un anno.
Aziende che, oltre a iniziare a pensare ad una class action contro il ministero per recuperare i soldi anticipati senza poter utilizzare alcuno strumento, ora vengono scosse da un video in grado di dimostrarne l’inutilità.
Nel video Legambiente si vede la redazione che visita alcune aziende in Campania, specificamente operanti nella raccolta, nel trasporto e nel trattamento dei rifiuti a norma di legge: in parallelo viene mostrato il trattamento dei rifiuti e il viaggio “virtuale” degli stessi.
Il problema è che proprio il viaggio virtuale, secondo quanto ripreso e riportato, incontra gli intoppi più significativi con email di notifica che non vengono spedite e ritardi dovuti alla registrazione su ogni chiavetta dei documenti di trasporto necessari al viaggio.
A questo, in conclusione, si aggiunge il siparietto con il call center del Ministero dell’Ambiente che sa solo invitare l’operatore a leggere meglio le istruzioni sul funzionamento del software a fronte di un problema con il sistema telematico in fase di chiusura della pratica SISTRI.

02/02/2012
Fonte: http://www.pmi.it/economia/green-economy/news/51997/sistri-non-funziona-il-video-legambiente.html
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Comunicato Stampa Confartiganato Veneto

In scadenza il 3° contributo SISTRI.

Sbalchiero: “Adesso basta! Dobbiamo arrivare ad incitare alla disobbedienza?”
Marghera 17 aprile 2012 – Errare è umano. Forse. Perseverare è diabolico. Sicuramente. Soprattutto se a perseverare, a suon di tasse e balzelli, è lo Stato.

All’ordine del giorno c’è il terzo contributo Sistri: quasi 9 milioni di euro, solo su scala regionale, che le aziende produttrici di rifiuti “speciali” e quelle che li trasportano e smaltiscono (il 60 per cento delle quali artigiane) dovranno versare allo Stato entro il 30 di aprile, per un servizio che non è mai entrato in funzione. Nove milioni che si vanno ad aggiungere ai circa 18 già versati dalle imprese venete coinvolte negli ultimi due anni, sempre per lo stesso servizio che non è mai stato attivato, e che in base all’ultimo MilleProroghe dovrebbe –il condizionale è oramai d’obbligo- cominciare a funzionare a luglio.
Facciamo un passo indietro. Nel 2010 avrebbe dovuto cominciare a funzionare il Sistri, cioè il Sistema di controllo elettronico della tracciabilità dei rifiuti, voluto nel 2009 dall’allora ministro all’ambiente, Stefania Prestigiacomo. L’obiettivo era “semplificare le procedure e gli adempimenti riducendo i costi delle imprese…” e “prevenire l’illegalità” in materia di smaltimento dei rifiuti. Teoricamente, un K.O. Per le eco mafie. Ma l’entrata in vigore del 2010 venne fatta slittare all’anno successivo.
“Noi, e non solo noi -ricorda il presidente della Confartigianato del Veneto, Giuseppe Sbalchiero– denunciammo che il progetto non stava in piedi, anche se le intenzioni erano buone. Ed infatti, quando l’11 maggio dell’anno scorso testammo il Sistri con il click-day, fu un disastro. E tutto venne rinviato”.
“Cambiato Governo –prosegue Sbalchiero-, sembra che la musica sia la stessa: ci dicono che all’inizio di luglio il Sistri comincerà a funzionare, e intanto, per il terzo anno consecutivo, le imprese che producono rifiuti sono chiamate a pagare. In tutto quasi 35 milioni che si aggiungono ai 70 già versati inutilmente negli anni precedenti. E’ ora di dire basta! Dobbiamo arrivare ad incitare alla disobbedienza fiscale”?
In base a stime camerali, in Veneto sono quasi 40 mila le aziende che tra due settimane dovranno metter mano al portafogli. Alle quali si aggiungono quasi 2.800 gestori: coloro che i rifiuti li trasportano e smaltiscono. “Calcoliamo – conclude Sbalchiero– che le imprese artigiane siano più del 60 per cento del totale regionale, e che l’esborso si avvicinerà, in Veneto, ai 9 milioni di euro. Ribadisco: per il terzo anno consecutivo, e per un servizio che non c’è. Chiediamo quindi all’attuale ministro Corrado Clini di intervenire per fermare il “contri-furto Sistri”, l’ennesimo esborso inaccettabile. Fin dall’inizio, abbiamo detto che non avrebbe funzionato, che occorreva semplificare il quadro normativo per fare del Sistri uno strumento semplice, efficace e in grado di contrastare davvero le ecomafie. Non ci hanno ascoltato. E il risultato è che le Istituzioni fanno l’ennesima pessima figura, mentre le imprese subiscono l’ennesimo salasso”.

http://service.confartigianato.veneto.it:8888/www%5Cwebcontent.nsf/0/FB55CF2E20FFAE96C12579E3003424E7/$File/20120417%20terzo%20contributo%20sistri%20si%20avvicina_adesso%20basta.pdf
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Contributo Sistri sotto esame per l’anno 2012

da “Il Sole 24 Ore” del 06/04/2012

La sospensione del Sistri 2012 comincia a prendere corpo. In soli due giorni, il 4 e 5 aprile, si sono mosse la Conferenza delle Regioni e la Conferenza unificata, che ha inviato una lettera all’Ambiente, il quale a sua volta ha già iniziato a «valutare con attenzione» la questione.
Si sa che, dopo aver pagato inutilmente i contributi nel 2011 e nel 2012, le imprese, soprattutto nell’attuale contesto, si sentono soffocate dagli adempimenti: il 13 marzo le associazioni di categoria (Alleanza cooperative, Confagricoltura, Confidustria, Confagricoltori, Confapi, Claai e Rete Imprese) hanno inviato all’Ambiente una richiesta ufficiale dove il pagamento per il 2012 (in scadenza al 30 aprile) viene considerato «ingiustificato», sottolineando che sono già stati pagati 70 milioni per i due anni precedenti, «senza avere ritorno alcuno». Non solo: l’istanza delle imprese è arrivata il 4 aprile alla Conferenza delle Regioni, dove è stata subito accolta all’unanimità: « Esprimo soddisfazione – commenta Roberto Ravello, assessore all’Ambiente del Piemonte, che in qualità di coordinatore della Commissione Ambiente ed Energia aveva proposto e sostenuto questa possibilità – per la scelta unanime compiuta dalle Regioni».
L’istanza è stata così trasferita alla Conferenza unificata, dove ieri il rappresentante del Governo, il ministro per gli Affari regionali, Pietro Gnudi, ha voluto immediatamente raccoglierla e scrivere al ministero dell’Ambiente, comunicando le ragioni degli imprenditori, perché esprima valutazioni da riportare poi in Conferenza unificata. E ieri fonti del ministero dell’Ambiente hanno confermato che la questione sarà valutata con attenzione dal punto di vista legale, cioè sulla base dei rapporti contrattuali esistenti tra il Governo e il Sistri stesso. Un’affermazione che fa capire che, anche se la posta in gioco economica non è piccola, la valutazione interesserà anzitutto la possibilità concreta di concedere la sospensione, quindi non esiste una contrarietà di massima ma anzi una certa urgenza nel verificarne la fattibilità. Sono sviluppi che forse neppure le stesse imprese si aspettavano.
Aldo Fumagalli, presidente della commissione sviluppo sostenibile di Confindustria, spiega che « L’istanza presentata dalla Conferenza delle regioni per chiedere al Governo l’esenzione del contributo Sistri 2012 conferma l’alto grado di disagio presente sul territorio in materia di Sistri. Siamo certi che il Ministro Clini, prima di prendere decisioni su una materia così complicata, vorrà valutare con attenzione tutti gli aspetti rilevanti. Lo invitiamo però a considerare anche il crescente malessere che si diffonde tra le imprese, che viene amplificato dall’incertezza su quanto succederà. Le imprese si aspettano, legittimamente, di avere una rapida risposta alle loro preoccupazioni».

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