Così è nato il pasticcio del Sistri (1° parte) – Parla il titolare della Eldim Francesco Paolo Di Martino
di Marirosa Barbieri – 13/06/2012
ABRUZZO. Selex, Eldim Security, Abruzzo Engineering. E ancora, Sabatino Stornelli, Francesco Paolo Di Martino, Luigi Pelaggi. Nomi, date, ditte, pagamenti, contratti, appalti che richiamano alla mente l’affaire Sistri.
Quel sistema per il tracciamento informatizzato dei rifiuti tanto voluto dall’ex Ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, per combattere le ecomafie. Ma che ha finito solo per creare una gigantesca cappa di mistero. 15 le interrogazioni parlamentari, numerosi i dubbi rimasti ancora in piedi, una serie di inchieste con decine di indagati che non si sono ancora disvelate ma che hanno prodotto una serie di perquisizioni di cui gli organi di stampa hanno pure già dato ampi resoconti.
La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo di rifiuti ha voluto ascoltare Francesco Paolo Di Martino, titolare della ditta Eldim Security che ha partecipato alla commessa milionaria. Di Martino ha parlato delle relazioni tra le ditte che hanno preso parte al progetto; dei rapporti di lavoro, dei contratti, non senza qualche reticenza.
LA NASCITA DEL SISTRI
La storia è vecchia. L’idea di creare un sistema di controllo dei rifiuti è partita dall’ex Ministro per l’Ambiente. Grazie ad un software specializzato, pennini Usb carichi di dati e codici si sarebbe potuto monitorare il percorso seguito dai camion, dal carico rifiuti, allo scarico. Questo doveva essere il progetto.
La posta in gioco era alta, si è parlato di centinaia di milioni di euro. Sin da subito è calato il segreto di Stato. Prestigiacomo ha affidato il compito di terminare il progetto ad un suo fido collaboratore: Luigi Pelaggi. Nessuna gara o qualcosa che vagamente somigli ad una selezione pubblica. Assoluta segretezza sui costi, riservatezza massima.
I lavori sono stati affidati, tramite trattativa privata, a una controllata del gruppo Finmeccanica: la Selex Service Management al cui vertice c’era l’abruzzese Sabatino Stornelli che ha subappaltato poi, l’affidamento di alcuni lavori del progetto Sistri ad Abruzzo Engineering, la società mista controllata dalla Regione Abruzzo, voluta da Ottaviano del Turco e fatta gestire nel suo momento “florido” dal suo braccio destro, Lamberto Quarta. «Una struttura dirigenziale manageriale da far rivoltare i cadaveri nelle tombe», l’ha definita Chiodi anni fa, lanciando un sinistro presagio.
E questo è l’inizio di una storia sempre più ricca di dettagli e misteri. Come quello di alcuni lavoratori di Abruzzo Engineering che sono stati portati a lavorare a Castellamare di Stabia per la realizzazione delle black box e delle chiavette usb che dovevano elaborare il segnale satellitare per il tracciamento dei rifiuti e che hanno poi riferito di aver lavorato solo una minima parte del tempo della trasferta.
PRESENTAZIONI
Francesco Paolo Di Martino è comparso il 30 maggio scorso davanti alla Commissione parlamentare. Si è sottoposto al fuoco di fila di domande degli onorevoli. Il titolare della Eldim è stato ascoltato come persona informata sui fatti. La sua ditta ha collaborato e collabora ancora con la Selex.
Di Martino non sembra teso. Dice che è la sua prima “udienza pubblica”. Non ha mai avuto la possibilità di spiegarsi pubblicamente. Non ha mai ricevuto alcun avviso di garanzia, né è stato mai convocato da alcun magistrato, pur avendo più volte fatto richiesta di essere ascoltato attraverso i suoi legali. Per questo motivo, «è doppiamente grato, al presidente della Commissione, dell’opportunità di chiarire, di fronte alle istituzioni dello Stato, le questioni che lo riguardano». Questa è l’occasione per tacitare le male lingue e le notizie mendaci diffuse a mezzo stampa. Tra i diffamatori c’è la trasmissione Report, colpevole di aver trasmesso, nella puntata del 13 maggio la vicenda del Sistri, di aver fornito dati non veritieri circa gli stipendi che la Eldim ha erogato al personale. E perciò meritevole di una querela. I diffamatori sono seriali e sparsi in tutta Italia se è vero che lo stesso Di Martino ha querelato una serie di giornalisti delle più varie testate dalla più autorevole alla meno influente (come per esempio PrimaDaNoi.it).
Gli è stata offerta la possibilità di conferire in sede segreta, lì in Commissione. Ha rifiutato. E’ sicuro di voler affrontare l’arena, a testa alta.
IN COMMISSIONE
Al via le presentazioni di rito. Di Martino ha introdotto la sua azienda, il suo giro d’affari. «Sono il legale rappresentante della società Eldim Security Srl, che ha sede a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, in via Regina Margherita, n. 170. La Eldim Security Srl è stata da me costituita nel 1991, quale continuazione di una precedente ditta individuale, nata circa dieci anni prima. La Eldim Security Srl si occupa, dalla data della sua costituzione, del settore della sicurezza elettronica impiantistica: videocontrollo, antintrusione, antincendio e così via». La Eldim Security gli ha aperto porte importanti. Ne è fiero. Ha “servito” personaggi e corpi importanti come la Guardia di Finanza, l’Esercito italiano, molte Asl, comuni e quant’altro.
Poi undici anni fa ha rilevato un’ impresa edile, sulle prime con l’intento di fare in casa tutte le opere edili connesse alla realizzazione di quanto, come Eldim Security, poneva in essere. Per esempio, ha realizzato tralicci per telecomunicazioni per conto dei Carabinieri e dell’Esercito italiano. Poi è arrivata la conoscenza con l’impresa Ingeco Srl e l’acquisizione.
LA SELEX
E poi i rapporti con Finmeccanica, ponte per la Selex, controllata del gruppo. Nel 2006 ha avuto la «fortuna e l’onore di conoscere l’ingegner Stornelli», allora legale rappresentante della Selex Service Management, attraverso l’ingegner Pasquale Liporace, funzionario di Selex Service Management, suo intimo amico da decenni, ormai scomparso.
Da allora Di Martino ha iniziato il suo rapporto con Selex. Prima piccoli servizi poco gratificanti e importanti: attività di man power, risoluzione di piccoli problemi connessi al mondo della telefonia e delle reti di telecomunicazioni. Poi le grandi soddisfazioni.
Nel 2007 un’altra occasione. Ha acquisito una società nata dieci anni prima a Pozzuoli che si chiama Wise Spa, e si occupava di produzione software; in particolare, deteneva un prodotto di nicchia; un software, denominato Welcome, che aveva la peculiarità di poter individuare, quali fossero le posizioni nelle quali installare i ripetitori per ottenere la copertura ottimale di quel territorio. Infine, la decisione, sofferta, a giudicare dalle sue parole, di trasferire la Eldim a Roma, in via Zoe Fontana, n. 220 «per ragioni anche ambientali». «C’entra la camorra?» hanno chiesto in aula. Di Martino: «niente affatto».
Il trasferimento è dovuto al fatto che si stava espandendo come ditta e quindi non voleva esporsi a pressioni. In ambito familiare gli hanno dato questo consiglio.
«Siamo andati via», ha detto, «ora sono residente a Roma e a settembre mia figlia frequenterà il liceo qui. Ho deciso di sospendere, almeno momentaneamente, l’attività edile anche per stanchezza. In questo momento, sono solo 50 i lavoratori che lavorano al Sistri. Sono stati 150 nel periodo massimo, nel quale avevamo circa mezzo milione di token (pennini Usb) da dover programmare».
«NON SO NIENTE»
Di Martino ha detto di non sapere. Di non conoscere membri del Ministero, come Luigi Pelaggi braccio destro della Prestigiacomo e primo affidatario del progetto Sistri. Ha scherzato: «avrei voluto conoscerlo non so che faccia abbia e non ho assolutamente idea di come sia stato possibile che il mio nome sia stato abbinato al suo. Per certi versi, potrei anche esserne onorato, ma non ho il piacere di conoscerlo». Non sa niente dei rapporti contrattuali tra Selex ed Abruzzo Engineering. Non ha avuto rapporti con Abruzzo Engineering (pur avendo fatto lavorare suoi dipendenti). Non sa nulla della malavita locale campana. Un giornale, Metropolis, di Castellammare di Stabia ha pubblicato un articolo diffamatorio sul suo conto, definendolo anche vicino ad ambienti di camorra. Poi ha smentito, rettificato e chiesto scusa. Il risarcimento post querela che ha chiesto al giornale è stato devoluto a due enti benefici, uno si occupa di tossicodipendenti e l’altro è il fondo delle vittime degli orfani dei Carabinieri caduti durante l’esercizio del loro lavoro. E’ pulito. Non ha carichi pendenti, ha assicurato. «Il mio certificato penale del casellario giudiziale e il mio certificato dei carichi pendenti, sono entrambi negativi».
SELEX, «QUELLA FORTUNA»
Si entra nel vivo. Di Martino ha ringraziato Selex. E quel ponte di contatto, il suo amico, che ha gettato le basi per un rapporto duraturo con la controllata di Finmeccanica. Non ha mai avuto contrasti né con il precedente amministratore, né con il nuovo. «Al contrario», ha detto, «ritengo di essere ben voluto da tutti nell’entourage di Selex».
La Eldim ha preso parte all’offerta indetta da Selex. Ha cominciato così a collaborare con la controllata di Finmeccanica. L’offerta riguardava l’attività Sistri. Si trattava di caricare dati all’interno delle famose token, che sono delle chiavi Usb, di personalizzare i dispositivi e provvedere a spedirli in tutta Italia presso le Camere di commercio di tutt’Italia, presso gli albi trasportatori, presso le associazioni di categoria e altri soggetti istituzionali, come richiesto da Selex.
Il contratto è partito il primo dicembre 2009, relativo a 175 mila token (Usb). Nel prezzo è compresa la manutenzione degli apparati dal 1 gennaio 2010 fino al 31 dicembre 2014. Poi, è stato firmato un altro contratto che riguarda ulteriori 150 mila token e la relativa manutenzione sempre fino al 31 dicembre 2014. La cifra totale è di 9,45 milioni di euro più 8,1 per 325.000 token e la relativa assistenza fino al 31 dicembre 2014.
(Continua…)
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